Il destino incerto dell'assistenza ai bambini

Un piccolo acronimo di tre lettere, con tre parole fredde come Assistenza Domiciliare Educativa che però dietro nascondono un mondo straordinario, condotto da adulti esperti ma animato da bambini e finalizzato alla loro crescita il più possibile priva di problemi, proprio laddove i problemi sono più evidenti.
E’ giunto al termine con molti rimpianti e diversi interrogativi il cammino dell’Ade promosso e finanziato fin dal 2009 dal Piano sociale di Zona con il coinvolgimento, solo nell’ultimo anno scolastico, di una quarantina di minori residenti nei comuni dell’Ambito che abbraccia Lucera e altri 13 piccoli centri.
E’ stato un periodo di supporto temporaneo alle famiglie e ai minori in condizione di difficoltà socio-culturale, trasformato in strumento di prevenzione del disagio grazie alla possibilità per i bambini di essere seguiti da educatori in grado di operare sotto ogni punto di vista. E’ così che sono nate nuove esperienza formative, momenti di svago, laboratori espressivi, sostegno allo studio, offrendo un punto di riferimento “adulto e positivo” capace di dare fiducia e stimoli, evitando così le temute devianze.

Le attività sono state condotte dalla Paidos, una certezza del settore, che è stata in grado di coinvolgere i ragazzi in progetti di livello artistico, come la realizzazione di un cortometraggio sul bullismo (“Il ragazzo con il pallone” con protagonisti due di quelli seguiti nel progetto) che ha pure vinto il premio come Miglior Corto Scuola nella decima edizione del Festival Corto e Cultura di Manfredonia, oltre alla realizzazione della canzone (”Un sogno nella testa”) e del relativo video clip che hanno accompagnato l’opera.
Ma non sono mancante le feste, i giochi, le gite, i laboratori, i brani musicali da scrivere e produrre (“Non sarò solo”), la visione di un film al cinema (per molti era la prima volta), tutti momenti e occasioni per tenere lontana proprio la paura di essere lasciati soli e godere della presenza degli amici. 
Ma se il passato ha le tinte della gioia e della soddisfazione, il futuro ha i colori grigi dell’incertezza, quasi dell’angoscia che un servizio così prezioso sia giunto al termine e non abbia ancora una sua prosecuzione naturale, a causa della mancanza di copertura finanziaria (circa 100 mila euro all’anno) dovuta anche alla cronica morosità di alcuni comuni nell’assicurare la propria quota parte su questa e altre iniziative.

“Da alcune settimane ci stiamo chiedendo cosa ne sarà ora di questi bambini e che fine farà il lavoro di prevenzione e di stimolo che è stato fatto in questi anni al fine di prevenire la cronicizzazione di situazione di disagio e devianza – ha commentato Marco Di Sabato, presidente della Paidos – per cui speriamo che qualcosa si muova quanto prima, ricordando sempre che i servizi per l’infanzia non sono semplicemente dei costi per la comunità, ma piuttosto un investimento per i bambini e le relative famiglie, fondamentale per contrastare la povertà educativa che affligge il nostro territorio, che è più nascosta e meno evidente di quella economica, perché agisce nel buio e priva molti bambini dell’opportunità di costruirsi un futuro o anche di sognarlo”.

3/10/2017      www.luceraweb.eu



 

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