Attività sportive

Quasi tutti i nostri bambini/ragazzi svolgono attività sportive: dal calcio al basket, dal volley al nuoto, dalla fit boxe alla danza. Lo sport nelle sue molteplici forme ha effetti positivi sulla personalità, ed esercita un’enorme influenza soprattutto su bambini ed adolescenti.

Tra gli insegnamenti più utili che l’attività fisica può infondere: la disciplina, la sopportazione della sofferenza e della fatica, l’amicizia, la tolleranza, il rispetto, il senso dello ‘stare bene’, l’equilibrio della mente. La disciplina va intesa non come insieme di regole fine a stesse, ma come una serie di comportamenti che portano al raggiungimento di un equilibrio fisico e mentale, una sorta di ‘disciplina personale’ che sta alla base dei successi. Per ottenere buoni risultati in ambito sportivo, soprattutto negli sport a lunga durata, bisogna saper gestire i momenti difficili, sopportando la fatica. Inoltre spesso non si ottengono i risultati sperati in un tempo breve, ed è perciò necessario non fermarsi al primo ostacolo. Tenacia, determinazione, e sopportazione della sofferenza, quindi, vanno di pari passo nell’allenamento. Una volta che il ragazzo ha appreso queste tre qualità riesce a trasferirle anche al di fuori dello sport, come ad esempio nei rapporti familiari, con gli altri, nello studio, ecc…; luoghi in cui sono sempre presenti possibili delusioni o frustrazioni che devono saper gestire e sopportare senza farsi schiacciare.

I giochi di squadra offrono spunti interessanti per parlare di amicizia; un tema che riguarda molto da vicino bambini ed adolescenti, perché le relazioni sociali che si intraprendono nella fase di crescita condizionano fortemente il modo di rapportarsi con gli altri nel futuro. Tra i membri di una squadra è facile trovare dei punti in comune, in quanto si condividono degli interessi, primo tra tutti lo sport.

Molto spesso i giochi di squadra comportano inequivocabilmente un vincitore e un perdente ed assistiamo ad atteggiamenti vittimistici o, viceversa, eccessivamente esuberanti tanto da risultare quasi irrisori nei confronti degli avversari. Un atleta dovrebbe innanzitutto comprendere che non è il risultato in sé che conta, ma come ci si è arrivati; è la preparazione e il perfezionamento delle proprie capacità che dovrebbe essere fonte di gioia, prima della sconfitta dell’avversario. Sotto quest’ottica la sconfitta risulta più utile, poiché deve servire da sprone.



 

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